Milanesi, pavesi e mantovani i conducenti lombardi più multati

Sono i conducenti milanesi, seguiti dai pavesi e i mantovani i più multati fra gli automobilisti lombardi. Dai dati ufficiali ACI fanno capo a Milano oltre 870.000 veicoli tra auto e moto, e nel 2022 la ‘spesa pro capite’ per multe legate alle violazioni del Codice della Strada è stata di 174 euro, importo che fa guadagnare ai guidatori meneghini il primato dei più multati d’Italia.
Nella graduatoria regionale in seconda posizione si posizionano i conducenti pavesi (quarti nella classifica nazionale) che in media nel 2022 hanno dovuto pagare contravvenzioni pari a 129 euro di importo, mentre al terzo posto i mantovani, dove la ‘multa pro capite’ è pari a 92 euro. 

Milano prima anche a livello nazionale

A quanto emerge dall’analisi congiunta Facile.it e Assicurazione.it, realizzata esaminando il rendiconto dei proventi delle violazioni del Codice della Strada pubblicati dalle città capoluogo lombarde, nel 2022 l’importo complessivo raccolto nella regione supera 193 milioni e mezzo di euro, valore che fa guadagnare alla Lombardia il primo posto nella classifica nazionale. Milano, con 151 milioni di euro, è la città che nel 2022 in Lombardia ha incassato i maggiori proventi derivanti da sanzioni legate all’accertamento delle violazioni al Codice della Strada, ma è anche prima a livello nazionale. Nella graduatoria regionale seguono Brescia (11 milioni) e Bergamo (7 milioni), mentre sul versante opposto della classifica, la prima è Sondrio, con quasi 343mila euro, Lodi (369mila) e Cremona (quasi 1,2 milioni di euro).

Sondrio, Cremona, Lodi le meno multate

Confrontando le somme incassate con il numero di autovetture e motocicli iscritti nei registri della motorizzazione, la classifica lombarda cambia, anche se in prima posizione si trovano ancora i guidatori milanesi. Ai piedi del podio si trova Lecco (84 euro), seguita da Brescia (79 euro), Bergamo (78 euro), Varese (43 euro), Monza (42 euro) e Como, dove automobilisti e motociclisti, in media, hanno dovuto sostenere multe di importo pari a 34 euro. Sanzioni al di sotto dei 30 euro per Sondrio (23 euro), Cremona (22 euro) e Lodi, provincia che con una multa pro capite di soli 12 euro chiude la classifica della Lombardia.

Eccesso di velocità: sul podio ancora gli automobilisti meneghini

Limitando l’analisi ai soli proventi derivanti da violazioni ai limiti massimi di velocità emerge che tra le città capoluogo lombarde quella con i maggiori incassi è ancora una volta Milano, con poco meno di 13 milioni di euro nel 2022. Secondo posto ancora per Brescia (quasi 2 milioni di euro), mentre al terzo si classifica Cremona (quasi 310mila euro). Complessivamente, le città capoluogo di provincia lombarde hanno incassato, nel 2022, quasi 15,5 milioni di euro provenienti da violazioni dei limiti massimi di velocità.

Il settore dei servizi traina l’indice di fiducia delle imprese

A luglio, l’indice di fiducia delle imprese ha registrato un aumento, passando da 108,2 a 109,1, recuperando in parte le perdite dei due mesi precedenti. Questa crescita dell’indicatore è stata determinata principalmente dai settori dei servizi e delle costruzioni. D’altra parte, l’indice di fiducia dei consumatori si è ridotto, pur mantenendosi al di sopra della media del periodo gennaio-giugno 2023, passando da 108,6 a 106,7. È quanto ha comunicato l’Istat, sottolineando “un deciso peggioramento delle opinioni sulla situazione economica generale (inclusi i pronostici sulla disoccupazione) e delle aspettative riguardo alla situazione economica personale”. Tutte le componenti che compongono l’indice di fiducia dei consumatori si sono deteriorate, ad eccezione dei giudizi sull’opportunità di risparmiare nella fase attuale.

I quattro indicatori valutati dalle aziende

I quattro indicatori calcolati mensilmente dalle stesse componenti riflettono le variazioni registrate dalle singole variabili: il clima economico e il clima futuro hanno registrato cali rispettivamente da 127,6 a 123,4 e da 118,4 a 115,0; mentre il clima personale e quello corrente sono diminuiti in modo meno marcato (da 102,2 a 101,1 e da 102,0 a 101,0).
Per quanto riguarda le imprese, tutti i settori analizzati hanno registrato un aumento dell’indice di fiducia, tranne quello manifatturiero. 

I giudizi più “ottimisti” per le costruzioni, i servizi e il commercio

Più in dettaglio, l’indice di fiducia è aumentato nei servizi di mercato (da 103,7 a 105,6), nel commercio al dettaglio (da 110,5 a 111,2) e soprattutto nelle costruzioni (da 162,5 a 166,5); mentre nel settore manifatturiero l’indice è in calo (da 100,2 a 99,3).
Per quanto riguarda le componenti degli indici di fiducia, nel settore manifatturiero i giudizi sugli ordini sono peggiorati, ma sono aumentate le aspettative riguardo al livello della produzione, mentre le scorte sono rimaste sostanzialmente stabili. Nei servizi di mercato e nel settore delle costruzioni, tutte le componenti indicano un’ottimistica prospettiva, mentre nel commercio al dettaglio, giudizi favorevoli sulle vendite si accompagnano a un aumento del saldo delle opinioni sulle scorte e a una diminuzione delle aspettative riguardo alle vendite.

Meno ostacoli alla produzione, ma anche meno domanda

Riguardo alle domande rivolte trimestralmente alle imprese manifatturiere, si stima una diminuzione del numero di imprese che segnalano ostacoli alla produzione per la terza rilevazione consecutiva (la relativa percentuale è passata dal 39,3% stimato ad aprile 2023 al 38,2% a luglio 2023); tra queste ultime, cresce la quota di imprese che evidenziano, tra gli ostacoli stessi, l’insufficienza della domanda.

Intelligenza Artificiale: opinione pubblica divisa fra timori ed entusiasmo

Quali sono le percezioni, le aspettative, e l’impatto sul lavoro e la vita quotidiana riguardo l’Intelligenza artificiale? Risponde la nuova indagine globale di Ipsos sull’evoluzione delle percezioni e delle aspettative in merito all’AI. L’indagine, condotta in 31 Paesi, rivela sia entusiasmo sia timore per il potenziale impatto dell’AI sui vari aspetti della vita. La maggioranza delle persone si aspetta che i prodotti e i servizi basati sull’AI cambino profondamente la loro vita quotidiana nei prossimi anni. Se da un lato c’è ottimismo per quanto riguarda la gestione del tempo e le opzioni di intrattenimento, dall’altro c’è anche una diffusa preoccupazione per l’impatto che potrebbe avere sull’occupazione.

Entusiasti, ma anche nervosi

In Italia il 53% degli intervistati dichiara di avere una buona conoscenza di cosa si intenda per Intelligenza artificiale, e il 50% conosce quale tipologia di prodotti e servizi la sfruttano. A livello globale, invece, sono due terzi degli intervistati (67%) ad affermare di averne una buona conoscenza, ma soltanto la metà (51%) dichiara di sapere quali prodotti e servizi la utilizzano. Inoltre, il 54% concorda sul fatto che i servizi basati sull’AI presentino più svantaggi che svantaggi e la medesima quota ne è entusiasta. Tuttavia, il 52% dichiara di essere nervoso pensando ai prodotti e i servizi basati sull’AI. In Italia i dati sono in linea con la media internazionale.

Tra fiducia e preoccupazione

La fiducia nell’AI è generalmente più alta nei mercati emergenti e tra gli under40, rispetto ai Paesi ad alto reddito e a Generazione X e Boomers.
Anche in questo caso, i dati italiani sono in linea con la media internazionale.
In linea con la media internazionale, il 44% degli italiani ritiene che i prodotti e i servizi che utilizzano l’Intelligenza Artificiale abbiano profondamente cambiato la propria vita negli ultimi anni.
Allo stesso modo, il 63% degli italiani si aspetta che l’AI cambierà significativamente la propria vita nei prossimi anni. Tra i lavoratori globali, in media, il 57% si aspetta che l’AI cambi il modo in cui svolgono il loro attuale lavoro e il 36% che lo sostituisca del tutto. Percentuali più alte nel Sud-Est asiatico (e più basse nel Nord Europa con differenze fino a 50 punti), tra i più giovani e i decision maker.

Italiani più scettici

A livello globale, poco più della metà degli intervistati prevede che l’aumento dell’uso dell’AI nei prossimi tre-cinque anni darà loro più tempo (54%) oppure migliorerà le opzioni di intrattenimento (51%). Il 39% ritiene che l’aumento dell’uso dell’AI migliorerà la propria salute, il proprio lavoro (37%), l’economia del proprio Paese (34%) e in generale il mercato del lavoro (32%).
In Italia si registra un maggior scettiscismo. In particolare, meno della metà delle persone intervistate ritiene che darà loro più tempo (48%), migliorerà le opzioni di intrattenimento (45%), la propria salute (37%), il proprio lavoro (32%), il mercato del lavoro (30%) e l’economia del proprio Paese (29%).

Come far emergere il proprio profilo nella ricerca di lavoro?

Quali sono i punti focali che più di altri intercettano l’attenzione dei selezionatori di personale? Come fa un’azienda a cercare il talento giusto tra tutti quelli iscritti sulle piattaforme online? InfoJobs ha analizzato il comportamento di oltre 5.000 aziende attive sulla piattaforma, di cui nel primo trimestre 2023 quasi 3.500 hanno cercato un talento sulla job board. L’obiettivo è scoprire come inizia il percorso di ricerca per il candidato perfetto, e quali sono le informazioni imprescindibili da inserire in un curriculum per superare il ‘rumore di fondo’. E far sì che si concretizzi la possibilità di accedere a un colloquio.

Gli elementi da non trascurare

Nonostante la crescita del lavoro ibrido, valido per molte professioni, ma non per tutte, la collocazione geografica è ancora oggi fondamentale. Le aziende partono proprio dalla prossimità del candidato rispetto alla sede aziendale per cercare il talento da inserire in organico. Inoltre, il dato serve alle aziende per capire la disponibilità a lavorare nelle province adiacenti al domicilio del candidato, o per gestire meglio le proprie risorse sul territorio e valutare eventuali trasferimenti o opportunità in filiali. Il secondo elemento focus è l’età. Ogni età porta con sé caratteristiche da valorizzare, dall’esperienza di chi ha molti anni di professione alle spalle a chi si sta affacciando per la prima volta al mondo del lavoro.
Il suggerimento è quello di non lasciarsi scoraggiare dal passare del tempo: ogni risorsa è principalmente una persona, quindi si può sempre provare a cercare una nuova opportunità lavorativa.

Indicare bene ruoli e professioni

Una volta stabiliti i confini in termini geografici e di età, le aziende proseguono nella ricerca del talento cercando tra le professioni. Per fare ciò si avvalgono di parole chiave che identificano la professione. Indicare bene ruoli e professioni facilita perciò l’esser trovati dall’azienda. Il suggerimento è utilizzare anche i sinonimi delle classiche professioni: sappiamo tutti ormai che ad esempio ‘commesso/a’ può avere diversi appellativi, come sales assistant o addetto/a vendite.

Categoria professionale e titolo di studio

Quando magari si pensa a più professioni, o in generale a un nuovo ruolo da inserire in un ramo particolare, l’azienda mira a osservare la categoria professionale di provenienza del candidato, basandosi soprattutto sulle ultime esperienze professionali o aspirazioni inserite nel cv.  Non è meno importante l’area di studio a incuriosire l’azienda. Le aziende, infatti, prestano attenzione a questa sezione per capire fin da subito i margini di crescita professionale all’interno dell’azienda, e quale ruolo possa essere di maggior interesse per il candidato in esame. Le competenze acquisite in anni di studio possono trovare corrispondenza nelle mansioni lavorative, o supportare e incentivare la formazione su uno specifico ambito. Mai sottovalutarle.

Vacanze 2023: più brevi e vicine, ma in villa di pregio

Lo rivela la ricerca AstraRicerche per Emma Villas: quest’anno il 95% degli italiani non rinuncerà alle vacanze estive, anche se per 4 italiani su 10 saranno  più brevi del passato, verso destinazioni più vicine (30%) e all’interno dei confini nazionali (81%). Inoltre, 7 italiani su 10 si concederanno più di una vacanza nei prossimi 12 mesi, e oltre il 68% vorrebbe vivere l’esperienza di soggiornare in una dimora di pregio. Una passione confermata dall’Osservatorio Emma Villas, che per la stagione estiva segna +62% nel numero delle settimane prenotate in ville e casali di pregio rispetto al 2019, per un totale di 4.931 settimane prenotate tra giugno e settembre.
Insomma, inflazione e caro vita non demoralizzano gli italiani: oltre la metà dei vacanzieri è pronta a spendere fino a 1.500 euro a settimana. 

No a last minute e worktation


Il viaggiatore italiano sa cosa vuole e come ottenerlo, non punta più sul last minute (quasi 8 su 10 hanno già prenotato la vacanza) e non vuole rinunciare al tempo libero, soprattutto in ferie (il 74% spegnerà i dispositivi). Solo 2 italiani su 5 scelgono di alternare il lavoro alle vacanze, prediligendo la worktation.
Ma molto meglio star via meno giorni e in un luogo di pregio. Si spiega così il boom delle prenotazioni tra giugno e settembre per ville e casali di pregio. Per chi sceglierà questa soluzione, il mese preferito sarà luglio che vede già ora oltre 1.600 settimane prenotate, a fronte di quasi 5mila settimane prenotate per il solo periodo estivo.

La soluzione ideale è la Vacation rental

Una villa a uso esclusivo da condividere con amici o familiari potrebbe essere la soluzione ideale per la maggior parte degli italiani. Si tratta, infatti, di un’opzione di vacanza desiderata da quasi 7 italiani su 10, che nella scelta di questa tipologia di vacanza indicano tra i fattori essenziali una location appartata e indipendente, ma vicina a luoghi di interesse culturale (36%), con debole pressione turistica (32%), a uso esclusivo (31%) e in una località iconica (27%). Un sogno per cui 1 italiano su 2 è addirittura disposto a rinunciare ad andare a cena fuori durante l’anno, acquistare prodotti pregiati (29%) o nuovi vestiti (27%) pur di potersela permettere.

Vincono mare, cultura, enogastronomia

Per gli italiani la vacanza è ancora sinonimo di mare (50%), cultura (37,4%), enogastronomia (31,3%) e relax (36,0%). Inoltre, gli italiani amano viaggiare con gli amici, un must per 1 italiano su 4, con percentuali che aumentano tra gli abitanti del sud (34%) e i più giovani (39%). In generale, l’Italia sarà la meta preferita per oltre l’80% degli italiani, mentre il 15% punta alle destinazioni oltre frontiera. In ogni caso, sul podio regnano incontrastate Salento (30%), Costiera Amalfitana (29%) e sud della Sardegna (27%). E se sono i lombardi i turisti più vacanzieri (oltre 28%), si prevede la presenza massiccia di statunitensi (18%), seguiti da inglesi e tedeschi.

Crisi Global Economy: come sopravvivere ai contesti turbolenti del mercato? 

Dopo decenni la Global Economy entra in crisi. Al crash finanziario del 2008, che ha segnato un profondo mutamento nel movimento del capitale a livello internazionale, negli ultimi tre anni la pandemia e poi la guerra hanno messo a dura prova la libera circolazione di merci e persone. Ma come possono sopravvivere le imprese a questa crisi? Una ricerca promossa da Calicantus, BigCommerce e Upskill 4.0 evidenzia tre modelli di imprese in grado di navigare in un mercato dal contesto turbolento. Imprese multinazionali, capaci di personalizzare l’offerta con prodotti regionali e privilegiando risorse umane locali, aziende tecnologiche che forniscono prodotti in grado di superare qualsiasi frontiera, e imprese di nicchia (Made in Italy), distinte da prodotti riconoscibili e particolari, che possono sfruttare il commercio digitale per imporsi nel mercato internazionale.

Il ruolo del digitale per le Top Pmi del Made in Italy 


Per il Made in Italy l’impatto del digitale ha contribuito a creare un modello di business volto alla flessibilità produttiva, derivata dall’interazione con il cliente finale. Secondo uno studio di Banca IFIS e Università Ca’ Foscari di Venezia, l’87,5% delle Top Pmi afferma che le tecnologie svolgono il ruolo di abilitatore per competere in termini di flessibilità e personalizzazione dell’offerta, il 76% migliorano l’efficienza del processo produttivo e per il 64,6% la competitività internazionale. Il 35,4%, poi, sostiene che la digitalizzazione possa migliorare la sostenibilità ambientale.

CRM, marketing analytics e relazione con il cliente

La strategia per le imprese italiane si fonda dunque sul valore della relazione con il cliente. Nella ricerca condotta da Casaleggio Associati, il 47% delle imprese preferisce una presenza internazionale grazie all’e-commerce gestito in modo autonomo. Di questi, infatti, solo il 7% è presente a livello mondiale con i marketplace. La soluzione è quindi nella valorizzazione della capacità di dialogare e comunicare, investendo in un’infrastruttura digitale che consenta di monitorare e quantificare i dati, gestire le interazioni, e convertire in valore economico. L’82% delle aziende è già dotata di un sistema CRM, e il 67% dei dirigenti marketing ritengono l’utilizzo di marketing analytics essenziale per la competitività, citando un aumento di profitto dal 5 al 15%.

Le leve per attivare la crescita sono dati, numeri e persone

Per gestire e spiegare la complessità di un prodotto è indispensabile attrezzarsi con un backoffice strutturato: un sistema di tecnologie che assicuri regole, efficienza e sia in grado di gestire un’economia di scala. Le leve per poter attivare la crescita sono dati, numeri, ma anche le persone. Oggi però le Pmi trovano nella disponibilità di competenze adeguate l’ostacolo principale nell’adozione delle nuove tecnologie. La lunghezza dei tempi di implementazione dei sistemi tecnologici, probabilmente determinata dalle limitate competenze specifiche in azienda, è un altro fattore determinante per l’evoluzione delle aziende verso il 4.0. Competenza e professionalità, quindi, scarseggiano. Eppure sono fondamentali per cavalcare le sfide dei mercati.

Aumentano i prezzi per le vacanze, e il 37% degli italiani non partirà

Per il 72% degli italiani l’attuale aumento dei prezzi spingerà a fare meno vacanze rispetto a qualche anno fa, mentre per il 28% questo non avverrà.  A causa del boom dei prezzi le vacanze brevi fino a quattro giorni allettano il 43% degli italiani, mentre le vacanze lunghe sono scelte dal 20%, e il 37% non partirà. Emerge dal Tableau de bord – L’indice di fiducia dei consumatori, realizzato per Udicon, l’Unione per la difesa dei consumatori, dall’Istituto Piepoli. L’indagine è stata realizzata il 22 e il 23 maggio su un campione rappresentativo della popolazione italiana. L’aumento dei prezzi rispetto al passato è stato riscontrato anche nelle ricerche tra le diverse strutture ‘a caccia’ delle meritate vacanze dal 78% degli intervistati dalla ricerca.

I criteri della scelta di una vacanza

Ma quali sono i fattori considerati fondamentali quando si deve prenotare una vacanza? Soprattutto qualità dei servizi offerti (49%) e prezzo conveniente (34%).
Il fattore del turismo sostenibile nella scelta della struttura dove soggiornare è importante per il 75% di quanti prenotano un viaggio, mentre non lo è per un altro 18%. Il 66% consulta le recensioni per scegliere la struttura in cui trascorrere le vacanze, ma per il 67% le aspettative restano deluse. E in generale, il 44% sceglie la vacanza da solo, attraverso il passaparola di parenti e amici, tramite portali internet (40%) o attraverso agenzie di viaggio e tour operator (23%).

Prospettive non positive anche per la disoccupazione

La ricerca, oltre alle vacanze, ha messo in luce anche le prospettive degli italiani per i prossimi mesi.
Il 37% degli italiani è poco o per nulla fiducioso nel futuro. Tanto che il 66% pensa di riuscire a risparmiare poco o per nulla, mentre solo il 30% pensa di riuscire a mettere da parte molto o abbastanza denaro. Prospettive non positive anche sul lavoro: secondo il 41% il numero di persone disoccupate in Italia nei prossimi 6 mesi aumenterà, bruscamente o leggermente.
Secondo l’indagine, che registra un calo di 6 punti percentuali dei ‘pessimisti’ rispetto alla precedente rilevazione, gli ottimisti, per i quali la disoccupazione diminuirà, leggermente o bruscamente, si attestano al 18% (+2% rispetto alla precedente rilevazione).

Promuovere trasparenza, affidabilità e qualità dei servizi turistici

Inoltre, secondo il 43% degli italiani la situazione economica generale del Paese peggiorerà nei prossimi 6 mesi, mentre per il restante 18% la situazione migliorerà. E per il 30%, riporta Adnkronos, a peggiorare sarà anche la condizione economica della propria famiglia.
“In questa fase economica difficile, è fondamentale prestare attenzione alle esigenze dei consumatori e promuovere la trasparenza, l’affidabilità e la qualità dei servizi turistici, con particolare riferimento alla sostenibilità ambientale – commenta Martina Donini, presidente di Udicon -. Le strutture ricettive che abbracceranno politiche sostenibili avranno sicuramente maggiori possibilità di guadagnare la fiducia dei consumatori. Invitiamo gli utenti a valutare criticamente le informazioni disponibili, comprese le recensioni online”.

Famiglie in difficoltà: stipendi inadeguati rispetto al costo della vita

Crescita dell’inflazione, perdita della capacità di spesa e costi energetici elevati costringono un numero sempre più alto di famiglie a vivere situazioni di indebitamento. Molti nuclei familiari lamento un peggioramento della propria situazione economica, e tra le famiglie che affermano di contrarre debiti o che prelevano risparmi per far quadrare il proprio bilancio, una su due dichiara di poter contare su un reddito inadeguato rispetto al costo della vita. Tra le motivazioni che contribuiscono a far crescere le difficoltà economiche degli italiani si aggiungono poi le elevate spese legate alla casa (27%), difficoltà lavorative (17%), inaspettati problemi di salute, o cambiamenti nella composizione del nucleo familiare. Lo rileva l’Osservatorio di Nomisma ‘SalvaLaTuaCasa’, promosso da Esdebitami Retake. 

L’identikit della famiglia “fragile”

Quali sono le caratteristiche delle famiglie più fragili che rischiano di trovarsi maggiormente in difficoltà? Secondo l’Osservatorio le famiglie ‘insolventi’, sono costituite da nuclei composti da un singolo genitore con 2 persone a carico e con un reddito complessivo mensile inferiore ai 2.400 euro.
Si tratta principalmente di donne, in una fascia d’età compresa tra 25 e 34 anni o tra 45 e 64 anni, con un titolo di studio medio. A incontrare difficoltà sono anche le cosiddette famiglie ‘in bilico’, con un reddito familiare inferiore ai 1.800 euro al mese e un lavoro prevalentemente come libero professionista.

Peggiora la situazione patrimoniale, si tagliano le spese

Nell’ultimo anno la situazione patrimoniale complessiva è nettamente peggiorata per il 35% delle famiglie insolventi, mentre per il 25% è peggiorata lievemente. Una percentuale più alta se si considerano le famiglie ‘in bilico’, rispettivamente 36% e 31%. Il peggioramento è riconducibile all’impatto dell’impennata delle utenze domestiche, e soprattutto, del pesante rialzo dell’inflazione su molti beni e servizi di prima necessità. Ma a cambiare rispetto a un anno fa sono anche i comportamenti di spesa, che vedono la riduzione del budget per le attività superflue. Infatti, i tagli maggiori riguardano il tempo libero (29%), attività culturali (27%), attività sportive (21%) o istruzione (9%).

Costretti a indebitarsi per far quadrare il bilancio

Alcune famiglie però hanno dovuto ridurre le spese anche per alcuni beni primari come, ad esempio, quelle per i generi alimentari (-6%) e le spese sanitarie (-9%). Questa situazione ha portato a un indebolimento della situazione patrimoniale generale tale per cui il 37% delle famiglie dichiara di riuscire a malapena a far quadrare il bilancio, mentre il 3% si è trovato costretto a contrarre un debito per spalmare la spesa in modo da incidere il meno possibile sul bilancio mensile.
Nel prossimo anno, riporta Adnkronos, 1 famiglia su 2 prevede un peggioramento della propria situazione economica, cui si aggiunge un calo di soddisfazione nei confronti della vita per il 19% degli intervistati, 

L’AI di Google sbarca in 180 Paesi e 40 lingue

Google continua a competere con Microsoft nella sfida dell’AI, e si appresta a rendere disponibile gratuitamente Bard, il suo strumento di Intelligenza artificiale, in 180 Paesi. All’inizio solo in inglese, giapponese e coreano, e successivamente nelle 40 principali lingue del mondo. Gli utenti potranno esportare le risposte ottenute da Bard su Gmail e Google Docs, e proprio come farà Microsoft, anche il chatbot di Google fornirà risposte multimodali, ovvero non risponderà solo con un testo, ma anche con immagini.
Del resto, Sundar Pichai, ceo di Google e Alphabet, durante la presentazione del Google I/O 2023, l’evento annuale degli sviluppatori di Google, ha dichiarato di voler “rendere l’Intelligenza artificiale uno strumento utile per tutti”.

Magic Editor: la rivoluzione nelle foto

Il chatbot di Google funziona in due modi: da un lato incorporerà immagini nelle risposte, e dall’altro saranno gli utenti stessi a poter porre a Bard domande con foto. Ma anche Magic Editor, il nuovo editor di Google è alimentato dall’AI, e trasforma le immagini senza strumenti professionali.
Un esempio mostrato al Google I/O 2023 è quello di una foto con una persona davanti a una cascata: Magic Editor permette di spostare il soggetto, cancellare la tracolla di una borsa e rendere il cielo meno nuvoloso. Un altro esempio? Magic Editor è in grado di spostare l’immagine di un bambino seduto su una panchina, generando una ‘nuova’ parte della panchina e i palloncini tenuti in mano dal bambino. Alcuni telefoni Pixel avranno accesso anticipato a Magic Editor entro la fine dell’anno.

PaLM 2: un nuovo modello linguistico

Un’altra novità è PaLM 2, il nuovo modello linguistico (LLM) di Google alla base di Bard e di 25 prodotti dell’azienda. PaLM 2 include più di 100 lingue, ed è stato addestrato su 20 linguaggi di programmazione. Non solo è in grado di eseguire traduzioni letterali, ma anche di comprendere e tradurre modi di dire, poesie e indovinelli. L’aggiornamento migliorerà le capacità matematiche, logiche e di ragionamento, nonché di programmazione, di Bard. L’ampio set di dati di PaLM 2 include articoli scientifici e pagine Web contenenti espressioni matematiche. Il ramo sanitario di PaLM 2, Med-PaLM 2, raggiunge risultati all’avanguardia nella competenza medica, e può rispondere a domande sulla medicina a un livello pari a quello di un medico esperto.

Maps diventa immersivo e arriva Pixel Fold

Ora Maps reinventa il modo di muoversi, riporta Agi. Con le funzionalità di ricerca di Live View e Immersive View supera il concetto di navigatore e rende l’esperienza più visiva.  Immersive View utilizza la computer vision e l’AI per fondere insieme miliardi di Street View e immagini aeree creando il più ricco modello digitale del mondo. Sarà possibile ottenere indicazioni stradali visualizzando in anteprima piste ciclabili, marciapiedi, incroci e parcheggi lungo il percorso.
Ma la Conferenza degli sviluppatori è stata anche l’occasione per presentare il nuovo smartphone pieghevole Pixel Fold. Che quando è aperto può essere utilizzato come tablet e quando è piegato come un telefono. 

Come vorrebbero l’Italia i giovani?

Se i giovani sono convinti che la libertà di espressione oggi sia uno dei valori più presenti in Italia, pensano anche che debba ancora essere percorsa molta strada su altri aspetti relativi all’essere pienamente sé stessi. Rispetto ai loro genitori o fratelli maggiori, gli under 35 hanno più timore di essere giudicati dagli altri, e si sentono meno liberi di esprimersi davvero per quello che sono.
Insomma, i giovani, e i giovani adulti, vorrebbero un’Italia che permetta di essere pienamente sé stessi, lasciando chiunque libero di esprimersi. È questo uno dei temi emersi da una ricerca condotta da Eumetra per Lavazza, nell’ambito dell’iniziativa ‘L’Italia che vorrei’, con cui Qualità Rossa racconta un’Italia fatta di valori che si esprimono anche attraverso piccoli gesti, come quello di condividere un caffè.

Un Paese più giusto ed equo

Per l’occasione è stato chiesto ai giovani italiani quali sono i valori secondo loro più presenti oggi nel nostro Paese, e quali quelli in cui si identificano e che cercano di perseguire. Oltre al rispetto per le diversità e la libertà di espressione, gli under 35 vorrebbero un’Italia più giusta ed equa.
Diversamente dal resto della popolazione, però, sembrano essere più attenti alla sfera individuale, ancora in fase di compiuta realizzazione. A differenza degli over 35, che si concentrano su valori più ‘sociali’, come la lealtà e la dignità, i più giovani trovano infatti fondamentale poter lavorare sulla realizzazione di sé, anche con una punta di sana ambizione.

Il rispetto per l’ambiente si concretizza nel quotidiano

Naturalmente anche l’ambiente è importante, ma in modo più concreto di quanto si potrebbe pensare. Non è soltanto infatti un invito generico al rispetto per il nostro pianeta, ma un’attenzione a perseguire la sostenibilità anche nel quotidiano, ad esempio, attraverso l’uso di borracce al posto delle bottiglie di plastica. Questi valori, importanti e auspicati, non si ritrovano però nella musica più ascoltata dai giovani. Se viene chiesto loro di citare un cantante che nelle sue canzoni esprime valori di giustizia, equità e libertà di espressione, si torna indietro almeno agli anni ’80, se non prima, con la citazione di ‘mostri sacri’ come Bob Dylan, De André, Guccini o Vasco Rossi.

La musica pop oggi non esprime valori sociali

E anche i pochi cantanti contemporanei che si occupano di questi temi lo fanno quasi più tramite discorsi, stories e dichiarazioni, che con le loro canzoni, come nell’emblematico caso di Fedez, tra i cantanti più citati, ma del quale si fa fatica a trovare una canzone che ‘parli’ di valori. Non è il solo, però. Molto spesso a far pensare ai valori rappresentati è la reputazione degli artisti più che le canzoni, come dimostra il fatto che solo due intervistati su 10 riescano a citare qualche brano.